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Enea Tech, arriva il compromesso: green, deep tech e IT oltre al biomedicale e aumentano le risorse

Modificata in parte nel Sostegni bis la norma di Patuanelli. Nulla da fare invece per la costituzione online delle startup. I commenti.


e avevamo parlato qualche settimana (qui l’articolo) fa quando, a neppure un anno dal lancio il fondo per il trasferimento tecnologico della Fondazione Enea Tech, si era entrati in una situazione di stallo con un cambio di nome e obiettivi, che aveva suscitato parecchie preoccupazioni tra i fouder, le associazioni di settore, gli esperti di innovazione. Ora, nel Sostegni bis è stata approvata una norma, frutto della trattativa con il ministero dello Sviluppo economico, che riforma l’emendamento Patuanelli, che invece voleva ripristinare le funzioni della Fondazione come struttura a supporto dello sviluppo delle startup, non solo nel settore biomedicale. Enea Tech, infatti era diventata Enea BioMedical Tech: il forte accento su ricerca e riconversione biomedicale era ripreso non solo nel nome ma anche nella distribuzione dei capitali poichè era stabilito che a quel settore sarebbero andati almeno 200 dei 500 milioni di dotazione iniziale


Aumentano le risorse: 400 milioni per il settore biotech in aggiunta


Ora la nuova norma prevede la trasformazione del soggetto in “Enea Tech e Biomedical”, in grado di occuparsi anche di “potenziamento della ricerca, sviluppo e riconversione industriale del settore biomedicale verso la produzione di nuovi farmaci e vaccini”. Saranno esplicitamente destinati 250 milioni ai settori dell’economia verde e circolare, dell’IT, dell’agri-tech e del deep tech. Si prevedono ulteriori 400 milioni (di risorse esistenti) per il settore biomedicale. Il cda – quello attuale verrà azzerato – sarà composto da 5 membri: due nomine dal Mise, una da Enea, una dal ministero dell’Istruzione e Università e una dal ministero della Salute.


Tenere alta l’attenzione sul tema startup


Così ha commentato sulla sua pagina Facebook di deputato di FacciamoECO Alessandro Fusacchia:


“Ieri è stato approvato un emendamento del Governo che è il frutto di un lungo e serrato confronto con la Camera dei deputati.

In tanti eravamo intervenuti perché la prima formulazione della “norma Enea Tech” contenuta nel decreto Sostegni-bis non era accettabile da più punti di vista. Sottraeva risorse per un altro capitolo pure importante: il biomedicale e i vaccini, riducendo la portata dello stanziamento iniziale e rischiando di far rimangiare allo Stato la parola nei confronti di tante startup e altri privati che avevano già avanzato le loro istanze.

Adesso nella nuova formulazione è stata ripresa una parte importante contenuta nell’emendamento che avevo depositato assieme ai colleghi di FacciamoECO e si prevede così che “almeno 250 milioni di euro” saranno destinati ai settori “dell’economia verde e circolare, dell’information technology, dell’agri-tech e del deep tech.”

Teniamo alta l’attenzione sul tema dell’innovazione e della nuova impresa che serve all’Italia”.


Ma che ruolo avrà quindi Enea Tech per le startup?


Una soluzione a metà secondo Francesco Cerruti , VC Hub: “La conversione parlamentare del DL Sostegni bis ha permesso solo in parte di limitare la rifocalizzazione della dotazione di Fondazione Enea Tech. Infatti, sono di fatto sfumati 250 milioni di euro che avevano come beneficiario finale startup, PMI innovativi e spin-off universitari. Il Governo ha confermato la volontà di trasformare Enea Tech in un nuovo ente destinato in prima battuta a sostenere le riconversioni industriali nel settore farmaceutico e medicale, confermando la rifocalizzazione dei 500 milioni che erano stati precedentemente destinati a investimenti in startup e spin-off nel settore del trasferimento tecnologico. Così facendo, verranno a mancare risorse preziose che avrebbero consentito di fare un salto di qualità alla ricerca avanzata e alle università più attive nel trasferimento tecnologico. La conferma che 250 milioni saranno destinati ai settori non medicali (ICT, green economy, deep tech e agritech) è dovuta alla forte pressione di molti operatori di settore e all’impegno di diversi parlamentari che hanno preso a cuore la tematica e presentato emendamenti in questo senso. Sarà fondamentale, ora, che nella predisposizione dello statuto di Fondazione Enea Tech e Biomedical sia chiaro che startup, PMI innovative e spinoff universitari dovranno essere fra i primi beneficiari delle risorse. Inoltre, ci auguriamo che venga rispettato l’ordine con il quale molti progetti di valore erano già al vaglio della precedente fondazione, per adempiere gli ultimi passaggi formali propedeutici allo stanziamento. Nel complesso, intravediamo il rischio che la legittima decisione di rifocalizzare delle risorse precedentemente stanziate per sostenere l’ecosistema dell’innovazione, riproponga politiche industriali più attente a comparti tradizionali che ai settori tecnologici su cui puntare per costruire il futuro della nostra economia”.


Rimane il nodo della costituzione online


Nulla da fare invece per la costituzione delle startup online. L’emendamento al Sostegni bis, presentato da Carabetta, che reintroduceva la possibilità per le imprese innovative di costituirsi online non è stato approvato.


Articolo originale di Anna Gaudenzi

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